Secondo The Economist, testata anglo americana ritenuta piuttosto obiettiva, ad urne chiuse negli USA ci sono dieci trend globali da osservare nel 2025. Vale la pena di prenderne atto, e magari di fare le nostre considerazioni al riguardo.
LLe ripercussioni della vittoria di Trump arriveranno dappertutto, dall’immigrazione alla difesa, dall’economia al commercio. La sua politica “America First” porterà ovviamente i nemici, ma anche gli amici a mettere in discussione la solidità delle alleanze americane. Questo potrebbe portare a riallineamenti geopolitici, a un aumento delle tensioni e persino alla proliferazione nucleare. Quanto di peggio il turismo si possa augurare.
Gli elettori americani, ma anche globali, sia che le cose vadano male ma talvolta anche quando vanno bene, si aspettano un cambiamento, apprezzano la discontinuità, e votano di conseguenza. Più in generale, i partiti in carica sono andati male nell’ondata di elezioni senza precedenti del 2024. Alcuni sono stati cacciati (come in America e in Gran Bretagna); altri sono stati costretti a coalizzarsi (come in India e in Sudafrica); altri ancora sono stati spinti alla coabitazione (come in Francia e a Taiwan, prima ancora in Germania, e forse adesso anche in UE). Il 2025 sarà quindi un anno di aspettative generalizzate. I nuovi leader riusciranno a mantenere ciò che hanno promesso? Ci si aspettano cambiamenti ulteriori? In caso contrario, potrebbero seguire tensioni e disordini. Quanto di peggio il turismo si possa augurare.
Trump potrebbe spingere l’Ucraina a fare un accordo con la Russia; potrebbe dare mano libera a Israele nei suoi conflitti a Gaza e in Libano. L’atteggiamento più transazionale e lo scetticismo dell’America nei confronti degli intrecci con l’estero incoraggeranno la creazione di problemi da parte di Cina, Russia, Iran e Corea del Nord (il “quartetto del caos”) e una maggiore ingerenza da parte delle potenze regionali. Ma non è chiaro se l’America si contrapporrebbe alla Cina in un conflitto su Taiwan o nel Mar Cinese Meridionale. Anche questo non è certo auspicabile, alla luce delle previsioni al 2040 (vedi la nostra newsletter precedente, n. 19) che vedrebbero proprio i contendenti USA e Cina in testa alle previsioni di crescita del turismo internazionale, insieme all’India.
Per ora, la rivalità dell’America con la Cina si manifesterà come una guerra commerciale, con l’imposizione di restrizioni e l’aumento delle tariffe, anche nei confronti degli alleati dell’America. Mentre il protezionismo si intensifica, le imprese cinesi si stanno espandendo all’estero, sia per aggirare le barriere commerciali sia per attingere a nuovi mercati nel sud globale, costruendo fabbriche dal Messico all’Ungheria. Una buona prospettiva di espansione anche turistica di questi bacini di domanda?
Il governo cinese ha incoraggiato il boom delle esportazioni di pannelli solari, batterie e veicoli elettrici per compensare la debolezza dell’economia interna. Il risultato è un boom delle tecnologie pulite guidato dalla Cina, con l’adozione di pannelli solari e di accumulatori di rete che supera le previsioni. E il mondo saprà presto se le emissioni globali hanno raggiunto il loro picco. Da “l’Oriente è Rosso” a “l’Oriente è Verde”?
I banchieri centrali del mondo ricco hanno festeggiato la sconfitta dell’inflazione. Ora le economie occidentali devono affrontare una nuova sfida: ridurre i deficit, aumentando le tasse, tagliando le spese o stimolando la crescita. Molti potrebbero anche dover aumentare i bilanci della difesa. Si profilano scelte economiche dolorose, uno “sviluppo frenato”? In America, le politiche di Trump peggioreranno la situazione: le pesanti tariffe sulle importazioni potrebbero ostacolare la crescita e riaccendere l’inflazione. Gli americani potrebbero viaggiare di meno. Nemmeno questo sarebbe un bene per il turismo internazionale.
L’America ha appena scelto il suo presidente eletto più anziano di sempre. I leader mondiali stanno invecchiando, insieme alle loro popolazioni. Ci si aspetta un’ulteriore discussione sui limiti di età dei leader politici. La Cina, nel frattempo, è alla ricerca di opportunità economiche in un mondo che invecchia. In alcune zone del Medio Oriente, invece, il boom della popolazione giovanile, unito alla carenza di posti di lavoro, rischia di generare ulteriore instabilità. La combinazione tra gerontocrazia e demografia fuori controllo nn sembra foriera di quella stabilità che è la precondizione del turismo.
Si profila (già?) il tempo di crisi per l’Intelligenza Artificiale? È la più grande scommessa nella storia dell’economia: si sta spendendo più di un trilione di dollari in centri dati per l’intelligenza artificiale (IA), anche se le aziende non sanno ancora come usarla e i tassi di adozione sono bassi. Che senso ha investire per uno strumento che non si usa? Se l’IA non dimostrerà il proprio valore, ad esempio generando la creazione di nuovi farmaci sviluppati grazie ad essa, gli investitori rischiano di perdere coraggio. Nel turismo non stiamo messi molto bene al proposito, ma almeno i timori di sostituzione del lavoro con le macchine sembrano piuttosto sfatati, ed i licenziamenti di massa remoti.
Possibili problemi in viaggio. La circolazione globale delle persone, non solo delle merci, è sempre più soggetta ad attriti, a tensioni, ad incertezze. I conflitti stanno interferendo con l’aviazione globale. L’Europa sta aggiungendo nuovi controlli alle frontiere e il suo sistema Schengen “senza confini” si sta sfilacciando. Il contraccolpo sociale e di opinione contro l’“overtourism” diminuirà nel 2025, ma le restrizioni introdotte da molte città, da Amsterdam a Venezia, rimarranno. “Vado dove mi pare e quando mi pare” rischia sempre più di diventare un retaggio del passato, ma non è detto che questo sia proprio un male.
Prepariamoci ad una vita di sorprese, anche chi (e sono sempre di più) vorrebbe solo una vecchiaia serena.
Tra tentativi di assassinio, walkie-talkie esplosivi e razzi giganti, una lezione del 2024 è stata quella di aspettarsi l’incredibile. Quali cose implausibili potrebbero accadere nel 2025? Tra le cosiddette “Wild cards” di The Economist compaiono: una tempesta solare devastante, la scoperta di testi antichi perduti e persino un’altra pandemia globale. A parte i testi antichi, tutte calamità antituristiche.
Per quanto l’incertezza sembri dominante (ma secondo Galbraith lo era già negli anni ’70 del secolo scorso) è proprio in questo mare procelloso che ci tocca navigare, imparando a schivare gli ostacoli o cogliere le opportunità (e questa è la tattica) senza perdere la rotta (e questa è la strategia), a patto di averne una.