SOCIAL MEDIA: CONTENT IS KING

Nell’edizione 2024 dell’Osservatorio InSIdE, basato su un campione di 2000 casi di italiani over 15 anni, si assiste ad un’interessante evoluzione di un rapporto, che resta sano e affezionato: si relativizza il ruolo di “personaggio” e si premia maggiormente il contenuto. L’Osservatorio registra continuativamente 3 macro-motivazioni addotte dal consumatore sul perché segue un influencer: una afferisce alla persona: “seguo perché mi piace”, “perché mi attrae”, perché mi incuriosisce la sua vita”. Queste motivazioni sono ancora le più menzionate, ma manifestano un trend in calo (-2% anno su anno). Una seconda afferisce ai prodotti che gli influencer raccontano: “Offre occasioni, sconti su prodotti che mi interessano”, “Mi fa scoprire prodotti di mio interesse” (+3% anno su anno, da 43 a 46%). Una terza afferisce al contenuto che viene postato: “È interessante quello che racconta”, “Mi diverte, mi fa ridere”. Anche queste sono in crescita (+3% da 41 a 44%) Se la fiducia è ancora la logica per cui si segue un influencer (people trust people, le persone si fidano delle persone) è “ciò che si pubblica” che cresce di rilevanza. Non a caso, la prima ragione per cui si smette di seguire un influencer è “la noia” (27%), seguita da “Fa troppe pubblicità, sponsorizzazioni” (22%), “Condivide contenuti finti, troppo costruiti” (21%, +4% rispetto allo scorso anno!). In sostanza, non tratta “delle mie passioni, di ciò che mi interessa”. Per i più attenti alla cronaca: scandali e affini pesano poco o nulla (9%). Ma in fin dei conti quanto rendono? L’Osservatorio InSIdE ha definito un indice di conversione dell’Awareness: fatto 100 il numero di persone che citano spontaneamente un influencer, si calcola quanti di questi lo seguono attivamente. Se Benedetta Rossi ha un indice di conversione del 94% (quasi tutti coloro che la nominano spontaneamente, la seguono) e il collettivo Geopop esibisce un 90%, l’arcinota Chiara Ferragni è seguita solo dal 44% che la conosce.

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