LA SECONDA GIOVINEZZA DELL’AGRITURISMO

ISTAT si conferma una fonte magari lenta, ma indiscutibile per profondità e ricchezza, come dimostra anche il rapporto  “Le aziende agrituristiche in Italia Anno 2022”. Se ne contano 25.849 (+1,8% rispetto al 2021), per 1,5 miliardi di euro di valore corrente della produzione, con una crescita eclatante del 73% per i clienti stranieri rispetto al 2021. Le aziende sono in crescita omogenea in tutto il Paese. In Toscana il tasso di attivazione (nuove aziende autorizzate/totale aziende) è più alto (30%), in Sicilia il tasso di cessazione più basso (10%). In leggero aumento (+0,7% rispetto al 2021) la presenza delle donne imprenditrici, che sono più di un terzo di tutti i conduttori e si consolidano al Sud. Pari a +4,1% il tasso medio annuo di crescita degli agriturismo con fattorie didattiche guidate da donne. Nel 2022 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i quattro milioni, registrando quindi un forte recupero non solo rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%). Tra le regioni si conferma la forza attrattiva della Toscana (28,8%) e del Trentino-Alto Adige/Südtirol (16,9%) con la forte incidenza sul totale nazionale della Provincia autonoma di Bolzano (13,5%). Per tutte le altre regioni la quota di agrituristi è inferiore al 10%, variando tra il 9,5% del Veneto e lo 0,3% della Valle d’Aosta. Sempre rispetto al 2021 l’aumento maggiore di stranieri si registra nelle Isole (+45,4%), mentre nel Nord-Est aumentano gli agrituristi italiani (+22%). Il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è di 11 a 10 (era di 17 a 10 lo scorso anno). La durata media della permanenza nelle strutture in generale è di 3,8 giorni, per gli stranieri 4,6 e per gli italiani 3,1 giorni.

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