Ci sono esperienze e progetti che chi lavora nel turismo deve sapere. Questa esperienza è una tra le più fascinose che io conosca, oltre all’efficacia, ha il potere di avere creato un abbinamento tra due settori lontani per mentalità, storia, linguaggi, e che probabilmente solo in Emilia Romagna potevano trovare una fusione così importante. Perché l’Emilia Romagna è una terra dalla vocazione unica per i motori, fatta di meccanica e asfalto, passione e grandi piloti, aziende, musei, collezioni e autodromi entrati nel mito. Probabilmente di meglio in Italia non c’è.
Sono passati già 5 anni da quando varie ricerche confermavano la potenzialità di sfruttare i motori per l’immagine turistica regionale: per 9 italiani su 10 la regione evocava il mondo dei motori, la Ferrari certo ma anche Ducati Macerati e Lamborghini, e poi ancora viaggiare in moto e mangiare bene, sperimentare circuiti e fare corsi di guida (“Emilia Romagna Terra di motori: una prima misura del potenziale turistico”, curata da SL&A turismo e territorio e Dream Engine per APT Servizi). Sono proprio queste le eccellenze che si sono date appuntamento all’inizio di dicembre al Motor Show, per la prima volta unite in un unico grandissimo padiglione per dare voce allo straordinario concentrato di talenti che è l’Emilia Romagna.
La collaborazione tra Motor Valley (questo è il nome del progetto), Regione Emilia Romagna e la sua Apt ha dato vita ad un progetto che si è concretizzato in un percorso attraverso la storia di questa terra e dei suoi protagonisti: Bimota, Dallara, Ducati, Ferrari, Lamborghini, Malaguti, Maserati, Morini, Pagani, Toro Rosso. Tutti presenti per tracciare la geografia del motorismo emiliano-romagnolo.
Ma non solo: gli imprenditori turistici sono continuamente stimolati a creare proposte intorno “al motore” Per il Motor Show hanno creato sei tour (e qui come al solito si conferma la filosofia della promozione al servizio della commercializzazione) durante i quali è stato possibile visitare le diverse collezioni e musei di Motor Valley in compagnia di chi ogni giorno vive questa realtà e ne è appassionato: uomini del Team Corse, Corporate Designer, piloti e collezionisti.
Allo stand abbiamo incontrato Paolo Bosso di APT servizi e gli abbiamo fatto qualche domanda.
L’APT dell’Emilia Romagna al Motorshow, una fiera che non è turistica. Eppure il legame tra turismo e motori è molto forte, ce lo puoi raccontare?
E’ l’essenza stessa del progetto Motor Valley, rendere turisticamente accessibile il patrimonio motoristico al pubblico allargato degli appassionati, curiosi, addetti ai lavoro ecc.
Cosa ne pensano i vostri operatori? Come partecipano a questa fiera? Hanno preparato proposte specifiche intorno al tema dei motori?
Per gli operatori turistici è una vetrina. Sono state preparate, da Motor Valley in collaborazione con APT servizi regionale, una ventina di proposte ad hoc (oltre 1300 ingressi omaggio per pernottamenti) e più di 5000 click sul sito. Per gli operatori motorvalley è un appuntamento da non perdere.
L’APT dell’Emilia Romagna è una delle aziende più innovative nel panorama nazionale, questo progetto ne è un esempio. Quali risultati vi aspettate?
Tramite un progetto internazionale (2004) con la regione Emilia Romagna capofila (Toscana, Sicilia, Lombardia, poi Piemonte) si è cercato di costruire un sistema integrato terra dei motori (emotorvalley in emilia romagna) che renda fruibile il patrimonio motoristico (collezioni, musei, circuiti, ecc.) in un’ottica turistica.
L’Emilia Romagna ha anche attivato con il progetto azioni a 360° con collaborazioni con tutti gli attori: università, corsi di restauro, con ducati, info point istituzionale regionale Motor Valley…