Il turismo verde in Italia soffre. Se ne parla molto, di ecologia, di marchi, di ambiente, ma alla prova dei fatti rimane ancora oggi, turisticamente parlando, un segmento marginale. I Parchi stessi stanno ancora cercando la via più giusta per imporsi al mercato, anche internazionale. Ma c’è un elemento che potrebbe far parlare del verde italiano e del suo turismo. Sono i bellissimi giardini italiani. Un pezzo di storia, un tratto inconfondibile del nostro paesaggio, un esempio non utilizzato di made in Italy, un prodotto turistico da progettare.
Anche se vivo a Roma, l’anno scorso ed anche quest’anno mi sono fatta un orto. Zucchine, pomodori, insalate e le erbe aromatiche mi colorano un bel pezzo di terrazzo. Su questa scia che potrei definire di ricerca del “verde utile ma bello” ho iniziato a scoprire mondi infiniti.
Giornali di grande intelligenza e molto chic, blog per amatori col trattore, siti con specialità rare di rapanelli, e poi frutti dimenticati, orti di pace, orti insorti, piante rare e ovunque sempre di più Giardini.
E con i giardini professioni che non avevo quasi mai sentito. Presa dall’amore per il verde ma anche dalla passione per il mio lavoro, ho chiamato su skype in America un architetto del paesaggio/giornalista/garden designer e gli ho chiesto: ma secondo lei i Giardini Italiani possono diventare un prodotto turistico anche per gli italiani?
Ho ancora nelle orecchie la sua entusiastica risposta, che, in sintesi, era sì!
Tutta questa lunga premessa per dire che in Italia i Giardini (a parte le note eccezioni) non costituiscono un’offerta turistica, sono al più ben fotografati, alcuni radunati in rete, bei siti li descrivono minuziosamente, ma niente a che fare con quello che succede in Inghilterra o in America o nel lontano Oriente.
Eppure la nostra offerta di Giardini è pari o superiore a quella di molti Paesi e siccome i Giardini spesso davano forma e sostanza al desiderio di verde e di bello di grandi famiglie nei giardini ci sono tripudi di Ville, casali, fontane, statue, scalini, terrazze.
Sono quindi un pezzo di storia, un tratto inconfondibile del nostro paesaggio, un esempio non utilizzato di made in Italy.
Da un punto di vista professionale ho analizzato ricerche, dati, analisi, progetti (quelli di alcune Regioni italiane ad esempio) cercando soprattutto informazioni sulla domanda. Non c’è molto a dire la verità, certo “Visitscotland” analizza i turisti dei giardini come noi analizziamo i turisti dei musei, ma è un’eccezione. E poi c’è una ricerca sui turisti americani: un quarto degli americani adulti hanno visitato un giardino storico o un orto botanico nei loro viaggi, affermando il piacere di accompagnare queste visite a tour in piccole città, ristoranti, agriturismi. Si tratta di coppie ma sempre più sono giovani famiglie benestanti provenienti da New York.
Ci vanno con i bambini, gli americani. E le signore con “la puzza sotto al naso” come faranno?
Io credo che anche le giovani famiglie italiane amerebbero vedere i bei giardini italiani, da quelli contemporanei a quelli rinascimentali fino agli orti botanici, dormire in qualche bell’agriturismo, fare un minicorso su fiori e semi, mangiare in una buona trattoria lì vicino.
Lo dico per tutto quell’interesse che gravita intorno al verde oggi, al desiderio di sporcarsi un po’ le mani, al bisogno dei bambini di vedere i colori, all’abitudine degli italiani di fare micro vacanze e di scoprire posti nuovi e ricchi di identità, all’imperativo di vedere posti belli.
Non serve essere ecologici, ambientalisti, sostenibili, responsabili, biodinamici, che pure rappresentano target coerenti al prodotto. E nemmeno ricchi e anglofoni (che sono poi i visitatori attuali).
Servirebbe far sapere ai turisti di casa nostra che i giardini non solo esistono ma sono un bel prodotto turistico, un’offerta bella e pronta per essere acquistato con una telefonata, una mail.
I Giardini potrebbero anche dare una spinta al turismo verde, una perla in più delle stessa collana, ma una perla più luminosa, che si fa notare di più, di cui si parla molto, e che si vede anche da molto lontano.
I vantaggi sono tanti:
- tutelare e mettere a valore (anche economico) un’espressione del Paesaggio Italiano
- affermare che il turismo promuove un uso sostenibile del territorio
- ampliare, innovare e diversificare il portafoglio di prodotti turistici
- promuovere forme di turismo fortemente identitario
- avviare azioni di co-marketing con aziende di altri settori complementari
Noi siamo pronti!