Mannu – Perri: l’amore per la propria terra

Marco Mannu Presidente del Sistema Turistico Locale di Oristano

Gianpiero Perri Direttore Generale APT Basilicata

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

1. Da un lato la voglia di rimanere in Sardegna, la mia terra, soprattutto le potenzialità e la voglia di sentirmi sempre in discussione e in mezzo a culture diverse. Vivere in posti piccoli comporta il rischio anche professionale di rimanere indietro.

2. Interessandomi di iniziative nell’ambito della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale materiale ed immateriale e di sviluppo locale è stato “inevitabile” occuparmi dei risvolti turistici. E quando il governo regionale ha chiesto una mia disponibilità ad interessarmene in modo tematico dirigendo l’APT Basilicata ho aderito con entusiasmo a tale invito.

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turismo è una gran fortuna?

1. Conoscere e condividere le culture è il miglior “pane per la vita” e vivere bene è sempre più difficile dappertutto. Nel turismo è un po’ come essere sempre in viaggio anche se poi viaggiano gli altri.

2. Penso che sia una “gran fortuna” poter fare nella vita ciò per cui ci sente portati, mettere a frutto studi ed esperienze, avere l’opportunità di fare qualcosa di significativo e di utile non solo per se ma per la comunità di cui si è parte, e il turismo può dare un gran contributo alla crescita sociale ed economica di una regione.

Quando ti vengo le idee migliori per il tuo lavoro?

1. Dai convegni sul turismo, dalle esperienze degli altri, davanti a un bicchiere di vino, parlando con le persone,da libri, giornali, blog che parlano di tutt’altro. Credo che ciascuno di questi punti offra spunti importanti per innovare, migliorare o semplicemente per avere delle conferme.

2. Dalle esperienze degli altri, da libri, giornali, blog sul turismo

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

1. Studiare prima di tutto. Altrimenti difficilmente le idee avrebbero buone gambe.

Combinare l’attività di studio con i viaggi. Vivere in contesti diversi dal nostro è condizione essenziale per offrire un buon servizio in prospettiva.

2. Di non improvvisarsi, nel turismo oltre che innate predisposizioni servono competenza ed esperienza. Con lo spirito giusto intraprendere attività in questo settore può dare molte soddisfazioni, tenuto conto della spiccata vocazione turistica del nostro Paese e della domanda di figure professionali qualificate.

Qual è l’ultimo libro che hai letto

1. Ernst Junger “Terra Sarda”. E’ una visione emozionale della sardegna da riproporre

2. “Oltre il paesaggio. I luoghi tra estetica e filosofia” di Luisa Bonesio

La tua ultima microvacanza?

1. Week end nel centro Sardegna per visitare luoghi e strutture da proporre ai clienti. Con la mia compagna Patrizia. Per il resto approfitto dei soggiorni alle fiere per ritagliare qualche ora e visitare luoghi e modi di proporsi. (causa gemelli le vacanze sono momentaneamente sospese….)

2. Microvacanza in Umbria con mia moglie ed uno dei miei figli.

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

1. Lavorare nel turismo significa essere cittadino del mondo e, se si fa senza pregiudizi e paure di essere “copiati” è linfa vitale per se e per gli altri.

Un piccolo aneddoto. In Nicaragua dove mi trovavo in vacanza (per aiutare un amico missionario e i suoi bambini) ho deciso che avrei potuto collaborare fornendo utili strumenti operativi ai giovani che intendevano fare turismo attraverso la creazione di scambi culturali rivolti a portare loro il mio modello di Albergo Diffuso utilizzando le proprie abitazioni e quelle di parenti e amici (esistono tanti centri molto carini derivati dalla occupazione spagnola), strumento utile in un paese dove creare nuove strutture è cosa per pochi e i giovani sono costretti a lavorare sempre e solo come dipendenti dei pochi ricchi o dei gringos americani. Adesso ho un contatto con alcuni docenti universitari di Managua per attivare con diverse modalità (anche videoconferenza).

2. Il turismo implica necessariamente una particolare attenzione e cura per le persone, per il contesto in cui si vive, per le risorse naturali, storiche e culturali. In questo senso concorre a migliorare il mondo in cui viviamo. È cultura dell’accoglienza; è confronto e incontro con altre culture, mentalità, territori. È impegno per valorizzare risorse paesaggistiche e culturali, per migliorare contesti e servizi, per contribuire così ad innalzare la qualità della vita. Si struttura nell’esperienza del viaggio con tutte le implicazioni che connotano questo termine. Conseguentemente si rivela una tra le esperienze più significative che ci è dato vivere. Lavorare nel turismo, e nel mio caso specifico per la promozione della Basilicata, invita a scorgere e a raccontare,in forme sempre nuove, i lati migliori della nostra cultura e del nostro territorio, a proporre il bello e l’autentico che caratterizza questa regione, a pensare in positivo. Ènel dna del turismo, correttamente inteso, attivare dinamiche positive e arginare, in qualche modo, tendenze e dinamiche negative.

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