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Diego Albanese Direttore Tecnico del tour operator Un’Altracosa Travel

Enrico Orrù Responsabile di progetti internazionali di turismo rurale, animatore del Gal Montelinas

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

Diego Albanese: Essere nato a Maratea, una località ad economia quasi esclusivamente turistica, ha senza dubbio influenzato le mie scelte. Fin da subito è scaturita in me la voglia di imparare di più di un sistema di cui ho fatto parte dalla nascita, e poi a diciotto anni, trasferirsi a Rimini e frequentare la facoltà di Economia del Turismo, è stata una scelta invidiata da molti miei coetanei

Enrico Orrù: La scelta di avvicinarmi al turismo è legata a una serie di concause: innanzitutto la vocazione della terra da cui provengo, la Sardegna, dotata di un forte appeal turistico; in secondo luogo le buone prospettive di crescita del settore turistico a livello mondiale; infine il caso, che mi ha portato a Trento per seguire un master post lauream in Tourism Management.

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turismo è una gran fortuna?

Diego Albanese: Lavorare nel turismo significa confrontarsi in un lavoro dinamico e mai banale, in un settore competitivo e sempre in evoluzione, dove imparare e misurarsi ogni giorno. Lavorare nel turismo credo sia una gran fortuna, perché non ci si annoia mai e soprattutto insegna ad essere migliori, ad apprezzare di più i luoghi, le comunità ospitanti, a cogliere e valorizzare le differenze che rendono unico ogni luogo del mondo.

Enrico Orrù: L’industria turistica tradizionale è un’industria come tutte le altre, basata su logiche di mercato e talvolta poco rispettosa dell’ambiente, del paesaggio e delle popolazioni locali: si pensi ai grandi villaggi costruiti nelle località esotiche che rappresentano universi del tutto avulsi dal contesto locale. Esistono poi forme alternative di turismo: il cosiddetto turismo responsabile. Da vari anni mi occupo di progetti che mirano allo sviluppo dell’offerta turistica rurale in Sardegna: un mercato di nicchia, un target di cultura medio-alta, interessato a scoprire i territori nei loro aspetti culturali e ambientali, ma soprattutto a fare nuove amicizie, entrando in contatto con la gente comune che abita le aree rurali. Questo è il genere di turismo che suscita la mia passione: in questo senso lavorare nel turismo è una grande fortuna.

Quando ti vengo le idee migliori per il tuo lavoro?

Diego Albanese: Davanti a un bicchiere di vino, parlando con le persone, in viaggio al volante dell’auto o in sella alla mia moto.

Enrico Orrù: Dalle esperienze degli altri

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

Diego Albanese: Per lavorare nel turismo bisogna essere curiosi e diversificare le esperienze. La curiosità è fondamentale tenersi informati, leggere, interpretare, confrontare ogni cosa e ogni luogo, in settore in continua evoluzione condizionato ogni giorno da molteplici fattori. Diversificare le esperienze perché il successo nel turismo è fatto di intuizioni, che spesso derivano dall’aver operato in settori differenti. Viaggiare molto, in luoghi vicini e lontani, imparare le lingue e conoscere le tradizioni locali sono altri elementi indispensabili.

Enrico Orrù: Gli consiglierei di fare degli studi specialistici, scegliendo attentamente tra le tante offerte spesso di bassa qualità. Gli consiglierei inoltre di imparare bene le lingue, facendo delle esperienze all’estero. E’ importante riflettere attentamente sul concetto di turismo e sulle varie applicazione che questo può avere nell’economia e nella società. Quando ci si affaccia al settore bisogna già avere le idee molto chiare su cosa si intende fare perché le attività ricompresse nell’area “Turismo” sono estremamente eterogenee: ricettività, escursioni, supporto allo sviluppo, tour operating, ecc.

Qual è l’ultimo libro che hai letto

Diego Albanese: Spesso mi capita di leggere libri in relazione ad un viaggio fatto o in procinto di fare. “I segreti di Parigi” di Augias per scoprire i lati oscuri della meravigliosa capitale francese, consentendo una visita spensierata ma meno superficiale.

Enrico Orrù: Diavoli di Nuraiò di Flavio Soriga: un bel romanzo sulla provincia, dove si è spesso combattuti tra la voglia di andar via e quella di restare. Uno spaccato di vita su un luogo periferico e lontano dai grandi circuiti turistici, ma che infondo possiede un suo fascino: meno appariscente ma forse più autentico.

La tua ultima microvacanza?

Diego Albanese: A Parigi con la mia compagna, percorrendo tanti chilometri a piedi e degustando la cucina francese.

Enrico Orrù: A ottobre sono stato in Polonia per 10 giorni con un amico. Abbiamo scelto di non programmare in anticipo le tappe del viaggio abbandonandoci al suo flusso, giorno dopo giorno. Abbiamo toccato i piccoli villaggi rurali, le zone periferiche delle città, illudendoci di vivere un’esperienza unica nel suo genere: forse il senso del turismo è anche questo2.

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

Diego Albanese: “Il turismo migliora il mondo” e occuparsene in maniera responsabile contribuisce a tale processo. Lavorare nel turismo per favorire e promuovere una fruizione attenta e rispettosa dei territori, delle comunità ospitanti, è senza dubbio un fattore positivo. Sostenere con il piacere di una vacanza la valorizzazione di luoghi poco conosciuti, che rischiano di scomparire nelle logiche del consumismo e della massificazione scaturite negli ultimi anni, credo possa migliorare il mondo

Enrico Orrù: Lavorando nel turismo si può fare del bene o del male, come accade per tanti altri lavori. Mi viene in mente il lavoro dei grandi finanzieri di Wall Street e il crack mondiale causato dalla loro gestione spregiudicata. In linea di principio la finanza rifornisce l’economia reale delle risorse di cui ha bisogno per prosperare: in tal senso è un fenomeno positivo. In realtà una gestione scellerata dei mercati finanziari ha portato alle conseguenze drammatiche che conosciamo. Per il turismo vale lo stesso discorso: se poco rispettoso dei luoghi, dell’ambiente, del paesaggio e della cultura locale, può essere un fenomeno dannoso, viceversa, se gestito secondo le regole della sostenibilità può creare ricchezza e divenire uno straordinario veicolo di conoscenza e incontro tra culture e popoli. Sotto questo profilo lavorare nel turismo può contribuire a migliorare il mondo.