De Bortoli – Profumo: ci sono nato, ci sono finita

Valentino De Bortoli Manager di aziende private e società pubbliche, consulente per progetti di livello internazionale

Maria Paola Profumo Presidente del Cda del MUMA di Genova, per 5 anni assessore al turismo della Regione Liguria

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

Valentino De Bortoli: Ci sono nato. I miei cominciarono a gestire una pensione nel 1949 a Rimini Marina Centro (dove sono proprio nato). Mi piace ricordare, come usava a quei tempi e per molti anni successivi, ciò che è stato un tratto distintivo del “modello romagnolo”: a cinque anni sono stato messo ad asciugare posateria e bicchieri, a sette ho cominciato a servire a tavola. Dai dieci anni in poi ogni anno una mansione diversa: in cucina, in sala, al bar, all’amministrazione, agli acquisti. Era molto dura, specialmente quando i miei amici passavano a chiamarmi per andare a giocare a pallone…Il ricordo però è molto positivo.

2. Ci sono ‘finita’ con la nomina a Presidente della Commissione Attività Produttive (1990-1995) e quindi come Assessore regionale al Turismo-Cultura-Sport della Regione Liguria (1995-2000); l’interesse x la materia e soprattutto il buon rapporto stabilito con gli operatori mi ha poi spinto a continuare con attività professionale di supporto alla Direzione del TCI e oggi a reggere come Presidente l’Istituzione dei Musei del Mare di Genova (Mu.MA)

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turismo è una gran fortuna?

Valentino De Bortoli: Le generalizzazioni sono sempre sbagliate. Ruoli e mansioni sono centinaia e c’è un mare di differenza per esempio fra base, middle management e proprietà (i livelli di sfruttamento del lavoro sono ben conosciuti nel settore alberghiero). Questa domanda mi è sempre stata fatta nel corso dei decenni da persone esterne al settore che sottolineavano due loro idee riguardo al lavorare nel turismo: “voi ve la godete sempre in giro per il mondo” e “guadagnate un sacco di soldi”. Io rispondevo: “vieni anche tu e vedrai quanto ti divertirai”. La risposta a questa domanda non può che essere soggettiva e la mia è senz’altro positiva. Lo è perchè ho ricoperto ruoli anche molto importanti, ho portato innovazioni, ho potuto sviluppare e applicare approcci creativi, ho incontrato persone eccezionali che mi hanno fatto crescere. Ho fatto ottime cose ed errori micidiali, sono stato l’artefice della mia vita, nel bene e nel male. Per questo ringrazio la fortuna di essermi trovato avviluppato a questo magnifico settore che è il turismo.

2. Non so se è una grande fortuna, a me sembra un’attività professionale come ce ne sono altre… come lavorare in una pasticceria è meglio che lavorare in un ambiente dove si lavora il cemento ….così nel turismo si parla di qualità dei viaggi e forse anche di sogni ma il lavoro è pur sempre impegnativo e richiede molta professionalità

Quando ti vengo le idee migliori per il tuo lavoro?

Valentino De Bortoli: Da libri, sul turismo e sul management, parlando con le persone, mentre scrivo la pianificazione del lavoro in corso consulto i testi correlati al tema e mi confronto con amici e collaboratori. Mettendo insieme tutto questo scaturiscono idee nuove che poi cerco di mettere in pratica.

2. Dalle esperienze degli altri, da libri, giornali, blog ,ecc, che parlano di tutt’altro

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

Valentino De Bortoli: Domanda cui è molto difficile rispondere. Credo che una cosa valida in ogni contesto sia trovare un punto di riferimento, una guida, “un maestro”, che insegni al giovane la tecnica e lo specifico, e che soprattutto lo aiuti ad acquisire la consapevolezza di sé, del suo ruolo e del suo futuro

2. Di prepararsi bene culturalmente in particolare nelle lingue, nell’informatica (statistica) e in psico-sociologia e di passare un periodo all’estero in cui fare esperienza diretta nel settore (anche come stage di un master qualificato)

Qual è l’ultimo libro che hai letto

Valentino De Bortoli: Sto lavorando ad un progetto innovativo e potenzialmente “esplosivo”. Così sto verificando strategia e organizzazione rileggendo due libri di Michel Porter (tuttora validi anche se un po’ datati): “Il vantaggio competitivo” e “La strategia competitiva”

2. ‘Vedi Cuba e poi muori’ a cura di Danilo Manera, ed Feltrinelli ‘Il gioco dell’ angelo’ di Carlos Ruiz Zafòn, ed Mondatori (letti in contemporanea pur senza nessuna attinenza reciproca)

La tua ultima microvacanza?

Valentino De Bortoli: Al lago vicino a Sansepolcro (Arezzo). A visitare un allevamento di Chianina, conigli e pecore. Ad assaggiare il vino locale e il formaggio. Tutto rigorosamente biologico e con un trattamento degli animali corretto e amorevole. Ho portato a casa due pacchi di carne, ottima. Ero assieme a mia moglie, Patrizia

2. Torino, un giorno e mezzo, insieme al mio compagno di vita: come se non l’avessimo mai visitata abbiamo preso l’autobus turistico x il giro della Città, visitato nuovo Museo d’Arte Orientale, Museo Egizio, Reggia di Venaria; arrivati e ripartiti in treno.

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

Valentino De Bortoli: Io ho lavorato per molti anni all’interno del mondo cooperativo (Lega delle Cooperative) e ne ho condiviso i valori e le azioni per realizzare livelli di servizi e di relazioni sempre più evoluti. Il Turismo (con la T maiuscola) porta naturalmente in sé l’idea di convivenza fra i popoli. Non potrebbe essere altrimenti, è la sua natura. Il Turismo non ammette razzismo come non ammette guerra. Questo l’ho vissuto in prima persona e in profondità perché ho avuto a che fare per molti anni con la Russia sovietica, con la Yugoslavia comunista e poi con i suoi Stati odierni, con il Mozambico post rivoluzionario e con tutti i Paesi europei. Nelle relazioni economiche che si venivano sviluppando e nei protocolli di collaborazione non mancava mai il riferimento esplicito al Turismo come ponte che mette in contatto e unisce popoli e culture diverse. Di questo sono certo e sono anche orgoglioso per aver fatto la mia parte: lavorare per sviluppare i rapporti turistici fra i paesi del mondo significa lavorare per costruire un mondo migliore

2. …che possa migliorare il mondo, mi sembra un po’ impegnativo; può, se lo si vuole, aiutare a tenere uno stretto rapporto con il territorio e a far crescere la responsabilità sociale di chi lo pratica o ci lavora

Una scommessa recente fatta a Genova con l’apertura al pubblico della Commenda di S Giovanni di Prè (un’esposizione permanente che fa parlare i muri e i protagonisti di questo ‘Ospitale della mente e del corpo’ dei pellegrini che andavano in Terrasanta) in pieno Centro Storico, in zona degradata, è quella che attraverso la Cultura si possa risanare un ambiente coinvolgendo abitanti e mondo associativo con un patto comune finalizzato a valorizzare lo stupendo edificio medioevale e a farlo vivere dentro e fuori con iniziative interculturali, interreligiose, ecc

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