IL LAVORO INCERTO OSTACOLA LA MATERNITÀ

Il tasso di fecondità in Italia è tra i più bassi d’Europa: nel 2021 – ultimo dato disponibile – ha raggiunto 1,25 figli per donna, rispetto a una media europea di 1,53; Germania e Francia si collocano rispettivamente a 1,58 e 1,84 figli per donna. Nel 2022 il numero di nati nel 2022 è stato pari a 393 mila, quasi 7 mila in meno rispetto all’anno precedente (-1,7 per cento), e i dati provvisori suggeriscono un ulteriore calo nel 2023. L’Italia è uno dei paesi europei con il più alto tasso di contratti a tempo determinato, soprattutto tra i lavoratori giovani: secondo i dati Eurostat, nel 2022 oltre il 28 per cento dei lavoratori di età compresa tra i 25 e 34 anni aveva un contratto a termine, 10 punti percentuali in più della media europea e oltre 11 punti percentuali in più rispetto alla media della popolazione. In questa fascia di età la differenza di genere è marcata: sono a termine il 25 per cento dei contratti tra gli uomini e il 32 per cento tra le donne. Detto altrimenti, un terzo delle donne nel periodo cruciale per la fecondità ha un contratto a tempo determinato. Al Nord Italia circa il 27 per cento delle donne di età compresa tra i 25 e 34 anni ha un contratto a tempo determinato, nel Centro Italia la percentuale sale al 37 per cento e nel Sud Italia raggiunge il 40 per cento. Secondo Ylenia Brilli, Bernardo Fanfani e Daniela Piazzalunga su LaVoce.Info, le donne sono sistematicamente più rappresentate nelle occupazioni con contratti a tempo determinato. Le stime mostrano che invece un contratto a tempo indeterminato aumenta la probabilità di avere un figlio di 2-3 punti percentuali.

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