ADESSO CHE TORNANO, CHI LI ACCOGLIE?

Per Unioncamere-Excelsior stiamo vivendo una grande stagione di lavoro. Le imprese assumono e prevedono di farlo sempre di più nei prossimi mesi. In testa, per numero e dinamica, gli operai specializzati, i conduttori di impianti e gli operai di macchinari, ma anche le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi.

Ma attenzione: tra le figure con maggiore difficoltà di reperimento stanno quelle richieste dai “servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici”. Il motivo fondamentale è la “mancanza di candidati”, eppure solo nella ristorazione sarebbero necessarie 142 mila entrate lavorative tra novembre 2021 (44 mila) e gennaio 2022. In totale il turismo è pronto ad assorbire 180 mila persone, 19 mila in più del gennaio 2020, 69 mila in più del gennaio di questo stesso anno.

Sembrava una boutade, o forse un’arma strumentale all’attacco del reddito di cittadinanza, ed invece è una dura realtà, tanto che già si pensa di ricorrere ai contingenti di immigrazione. Sono i giovani a mostrare il minor interesse (ne mancano almeno 9.000), il “buco” più grande di tutta la nostra economia. Ma siccome anche quello del lavoro è un mercato, c’è da chiedersi che lavoro faranno coloro che non vogliono (più) fare gli stagionali e/o precari nel turismo, e non intendono restare  sdraiati sul divano. In Italia, non hanno che l’imbarazzo della scelta: oltre alla manifattura (che tira come una idrovora), ci sono i trasporti e la logistica, e tutti i servizi alle persone e di supporto ad imprese e persone.

Piccola morale: se le imprese turistiche non riescono ad essere più attrattive (per motivazione, condizioni, salari, certezze di lavoro, prospettive di vita, ecc.) rischiano seriamente di trovarsi con i clienti di nuovo alle porte, ma senza nessuno dietro il bancone.

Iscriviti alla newsletter