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A luglio abbiamo fondato la fiducia nella ripresa estiva su di una serie di sondaggi previsivi che non si erano sbagliati poi di tanto. Le cronache di tutte le “località di vacanza” hanno parlato di pienoni mai visti, di qualità a rischio, di prezzi tendenti al rialzo, insomma di uno strapotere dell’offerta rispetto ad una domanda interna in qualche modo costretta alla vacanza nazionale, e di una domanda europea vincolata al breve-medio raggio. Diverso il discorso per le città, ancora in convalescenza, con timidi e graduali segnali di recupero. Siamo però, purtroppo, sempre vittime di impressioni ed esperienze personali, mentre tacciono i dati veri: non tanto quelli consuntivi di arrivi e presenze, il cui ritardo è ormai patologico (con poche eccezioni), ma sono ancora assenti tutti i big data predittivi che avrebbero dovuto consentire il monitoraggio della situazione, e forse anche di praticare correttivi in corso d’opera. Si procede nella nebbia, anche se di colore tendente al rosa.