Cristina Demma per Banca d’Italia traccia un quadro preoccupante soprattutto in prospettiva futura. In sintesi: “ La crisi pandemica si è riflessa in un deterioramento delle condizioni occupazionali (-11,4% rispetto al -1,2% del resto dell’economia) e in una contrazione del fatturato del settore turistico più marcati rispetto agli altri comparti. Le imprese turistiche hanno fronteggiato il maggiore fabbisogno di liquidità che ne è derivato facendo ampio ricorso ai finanziamenti erogati da banche e società finanziarie; il ricorso alle moratorie e alle garanzie previste dagli interventi pubblici è stato più intenso rispetto agli altri settori in tutte le aree del Paese. La crisi non si è invece ancora riflessa negativamente sul numero di imprese attive e sulla qualità del credito in connessione con le moratorie e le misure di sostegno all’attività di impresa. Tuttavia, per le aziende del settore turistico la maggiore leva finanziaria alla vigilia della pandemia e il più elevato incremento dei prestiti nel 2020 potrebbero indurre un rischio di sovraindebitamento”.