Si è svolto ad Alleghe lo scorso 31 marzo il primo Forum pubblico dedicato al Piano di Marketing del Medio Alto Agordino. Ecco il resoconto della giornata tratto da Il Corriere delle Alpi.
Una gallina con sempre un uovo in pancia e una rete abbandonata sul fondo del mare che fa morire i pesci.
Sono le due metafore usate ieri mattina ad Alleghe da Stefano Landi della società SL&A Sviluppo e territorio per dire in sostanza quello che deve e non deve essere il Medio-Alto Agordino che si appresta a varare il maxi-progetto di valorizzazione turistica della zona.
Progetto che vede coinvolti i Comuni di Rocca Pietore (capofila), Taibon, Cencenighe, San Tomaso, Alleghe, Livinallongo e Colle Santa Lucia e che ammonta a 12.165.000 euro coperti per 9.350.000 euro con i fondi di confine, per 815.000 euro con risorse dei Comuni e per 2 milioni con risorse private.
Il progetto. Che cosa si farà con questi soldi lo ha spiegato il project manager Denis Dal Soler in sala Franceschini davanti a un pubblico numeroso costituito in gran parte da amministratori e operatori turistici locali: 7.015.000 euro per le infrastrutture turistiche (23 chilometri di pista ciclabile non asfaltata da Malga Ciapela a Cencenighe comprensiva di parcheggio scambiatore a Malga Ciapela, passerella ciclo-pedonale in legno sul Cordevole in prossimità del lago di Alleghe e aree pic-nic lungo il percorso; parcheggio scambiatore a Livinallongo; centro multiservizi e riqualificazione del laghetto delle Peschiere a Taibon; pedonabile al Belvedere di Colle Santa Lucia); 4 milioni per la ricettività extra-alberghiera (contributi per la riqualificazione/ristrutturazione di circa 40 strutture con in media 4-5 posti ciascuna); 700 mila euro per il piano marketing; 490 mila euro di spese tecniche e di project management.
I tempi. «Entro la fine dell’anno – ha detto Dal Soler – contiamo di approvare i progetti esecutivi delle opere infrastrutturali e di affidare i lavori. Il progetto della ciclabile (quattro stralci) è complesso con tanti espropri da fare. I lavori verranno eseguiti tra la primavera e l’estate 2018. Per quanto riguarda l’ospitalità diffusa, entro l’estate usciremo con il bando per individuare i soggetti interessati e per stabilire le modalità di partecipazione. Serviranno poi sei mesi di tempo per le graduatorie e due anni per i lavori. Infine per il Piano marketing restano tre mesi per la predisposizione del piano, quindi ne serviranno 18 per l’attuazione. Tutto dovrà essere completato entro il 2019».
Gli obiettivi. «Se non si adotteranno politiche di sviluppo socio-economico – ha detto Dal Soler dopo aver sottolineato la profonda crisi demografica che affligge l’Agordino – la comunità di riferimento perderà in trent’anni il 39% degli adulti». Le scelte erano due: o favorire i servizi sociali e puntare sulle politiche per la famiglia, o stimolare la nascita di una micro-economia locale extra-alberghiera che sia diffusa sul territorio. Si è optato per la seconda che dovrà al contempo concretizzare l’ideale della diversificazione delle proposte da rivolgere al turista.
Il marketing. Toccherà a Stefano Landi e alla sua Sl&A (vincitrice del bando) elaborare il Piano di marketing. Nel suo intervento egli ha messo in luce come le azioni che si intraprenderanno dovranno avvenire sotto il nome delle Dolomiti. Ha pure evidenziato il carattere di profonda stagionalità del turismo del Medio-Alto Agordino che passa dalle circa 110 mila e 130 mila presenze di febbraio e agosto alle neanche 5 mila di maggio e a quelle pressoché nulle di novembre. Che fare per cambiare nonostante, come testimoniato da un albergatore, non sia sempre facile lasciare la vecchia strada e capire quale sia l’appiglio del futuro? «Non chiedeteci la luna – ha detto Landi che ha anche spiegato come in questa fase egli stia raccogliendo dati e informazioni e come intenda continuare a farlo dialogando con gli attori del territorio che poi dovranno calare il piano – non esiste una regola precisa per decidere quando abbandonare qualcosa e quando cambiare. Bisogna, però, avere sempre in lavorazione prodotti, come la gallina di mia nonna che un uovo in pancia ce l’aveva sempre. Bisogna provare mille prodotti per trovarne dieci che vadano bene».
Un lavoro che, però, può riuscire se ci sono sinergie, se non si fanno reti efficienti: tra enti pubblici, ma anche tra pubblico e privato. Cosa che in Agordino manca e che forse ha rappresentato una tara in questi anni. «Il problema – ha detto Landi – è quando le reti si perdono in fondo al mare e fanno morire i pesci per nulla. Quando si crea un’infrastruttura pubblica, poi ci deve essere l’impresa che dà i servizi al turista».
«Quello che dite fatelo». Sono state le parole conclusive di Paolo Rosso, il dirigente del settore turismo della Regione che ha sostituito l’assessore Federico Caner. Un invito preceduto da alcuni consigli e ammonimenti. «L’ospitalità diffusa – ha detto – non diventi escamotage per ledere la leale concorrenza. Serve un binomio con gli alberghi così come serve un coordinamento per le agevolazioni all’ospitalità. Contestualizzate le azioni di questo micro-territorio nell’ambito del turismo in generale. Ho sentito che volete fare qualcosa per il turismo. Ma si fa quello che il mercato vuole o quello che noi vogliamo?».