Cosa sarà (che fa morire a vent’anni)

Se ci si limita soltanto a constatare che -come ci sentiamo ricordare giornalmente sui vari media-, abbiamo tutti vissuto al di sopra delle nostre possibilità, che cosa meglio di una vacanza in crociera rappresenta il nostro stile di vita pre-crisi? Lusso e servizio tutto incluso ad una cifra ultra accessibile, cibo in quantità, e centinaia di extra comunitari al nostro servizio. Dietro ad una offerta allettante c’è sempre chi paga e che alla lunga ( sempre meno in tempi di economia finanziaria e globalizzata ) pagherà un po’ tutti i costi di stime di crescita irraggiungibili . Nei precedenti approfondimenti legati al tema dello sviluppo crocieristico abbiamo parlato del passato , del presente e di come si prospetta a livello di nuovi vari il prossimo futuro.

Ora, tenendo in conto alcuni elementi legati a personali esperienze, vorremmo collegare un possibile scenario a qualcosa che si è già verificato ( in realtà da anni ) e con il quale vediamo alcune similitudini.
Buona parte di noi avrà avuto opportunità in passato di trascorrere qualche giorno (vacanza o lavoro visto che siamo del settore) in Tunisia. Negli anni il settore turistico ed alberghiero ha avuto un incredibile impulso nella zona costiera e nella più meridionale isola di Djerba .

Soprattutto hotel e villaggi vacanze di categoria media (4 stelle e superiori) con un incredibile rapporto qualità prezzo, sono diventati parte integrante del paesaggio costiero , prima subito a ridosso delle spiagge e poi immediatamente in seconda e terza “ fila “ seguendo l’ andamento della domanda del mercato. Con il passare del tempo le costruzioni in “prima fila “ iniziavano a mostrare obsolescenza e usura, così che le strutture nel frattempo sorte in “seconda fila“ diventavano le più richieste perché più nuove…; poi toccava alla “terza fila” fino all’ inevitabile restyling delle strutture originali sulla spiaggia, e così via.
Questo e ciò che ci fu raccontato ad un incontro con il Ministero del Turismo Tunisino ormai più di due anni fa , laddove si cercavano possibili sinergie con il settore crocieristico per rivitalizzare e rilanciare i grandi investimenti degli ultimi 20 anni, completamente fagocitati dalla spirale dei grandi Tour Operator che non offrivano più di 15 Euro per persona/notte in un hotel 5 stelle…. e questo prima delle recenti rivolte che hanno ulteriormente aggravato la situazione.

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Che il prodotto crocieristico, poiché legato alla logica delle masse critiche , si stia eccessivamente svalutando mi sembra sia un dato , non solo incontrovertibile , ma ben più grave: una strada senza ritorno, il tutto accelerato da una distribuzione del prodotto via web che nel settore crocieristico ha trovato terreno particolarmente fertile.

Le crociere sono un prodotto singolo ma complesso allo stesso tempo (vitto- alloggio e trasferimenti all in one), e varrebbe la pena di valutare i possibili riflessi che la crisi potrà avere anche su questo settore
Ma se ci si limita soltanto a constatare che -come ci sentiamo ricordare giornalmente sui vari media-, abbiamo tutti vissuto al di sopra delle nostre possibilità, che cosa meglio di una vacanza in crociera rappresenta il nostro stile di vita pre-crisi? Lusso e servizio tutto incluso ad una cifra ultra accessibile, cibo in quantità, e centinaia di extra comunitari al nostro servizio. Dietro ad una offerta allettante c’è sempre chi paga e che alla lunga ( sempre meno in tempi di economia finanziaria e globalizzata ) pagherà un po’ tutti i costi di stime di crescita irraggiungibili .

Questo schema si può applicare a tutti i beni di consumo e che una persona che vuole una vacanza indimenticabile, certi aspetti proprio non li vuole valutare e questo è del tutto comprensibile, ma la consapevolezza, che nel nostro mondo si esprime soprattutto nei consumi, potrebbe cominciare a fare la sua parte, come già succede per le auto ed i vestiti.

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Allora che fine faranno le grandi navi quando -come gli hotel tunisini in prima, seconda e terza fila- mostreranno i primi segni di decadimento?
Le navi di 40-50 anni fa di dimensioni notevolmente inferiori vengono spiaggiate ancora oggi, vendute come rottame e fatte a pezzi sulle coste del Bangladesh e dell’ India, ma questo non sarà possibile con navi che hanno solo 20 anni di servizio ed una grande stazza.

Qualcuno se lo è già chiesto, e si ipotizza il loro reimpiego come cliniche per lungodegenti o addirittura come penitenziari. Ovviamente non sappiamo la risposta, ma il problema è già stato posto, e non da ieri (1).

1) Lucio Dalla, “Cosa sarà?”, 1978
2) Con lo pseudonimo di Farina collabora con Turismoeterritorio.com uno dei più importanti manager del settore crocieristico.

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