Il ‘governo delle relazioni’: chiave di sviluppo e competitività del turismo italiano

Che ruolo può avere la professione delle Relazioni Pubbliche nel turismo italiano? Quale apporto può fornire al settore per il suo sviluppo e per il successo delle destinazioni turistiche? Certamente notevole e, soprattutto, innovativo. Di questo è convinta la FERPI, l’associazione che riunisce i professionisti relatori pubblici in Italia (www.ferpi.it ), che da un anno ha attivato un gruppo di lavoro dedicato al turismo nell’ambito di un più ampio programma internazionale di valorizzazione delle Relazioni Pubbliche (www.stockholmaccords.org).

Dell’importanza delle relazioni sembrano, però, essere convinti anche gli attori turistici italiani secondo i risultati di un primo sondaggio che la FERPI ha somministrato online, nei mesi scorsi, alle varie categorie del turismo. Hanno risposto 470 operatori, pubblici e privati, con una buona varietà di tipologia e di appartenenza geografica. L’indagine, che è stata realizzata grazie alla sola azione volontaria di alcuni soci FERPI, non ha pretese di rigore statistico ma ha cominciato a sondare il terreno sul valore attribuito alle relazioni nel settore, sulla percezione della loro qualità attuale e sulle aspettative per il futuro.
Una vera e propria ‘chiamata all’azione’ per i comunicatori relatori pubblici. Cos’altro pensare, infatti, quando si rileva che l’84,7% degli intervistati crede che la qualità delle relazioni sia molto importante per lo sviluppo del turismo e che il 74,2% reputa la professione delle Relazioni Pubbliche più rilevante oggi per il settore rispetto al passato?

C’è da rimboccarsi le maniche però. Perché le risposte hanno evidenziato anche un’opinione scarsa, o appena sufficiente, della qualità delle relazioni turistiche oggi. A più livelli. Nei rapporti tra le istituzioni, tra gli operatori pubblici e privati, tra le singole imprese della filiera sono state evidenziate forti criticità che meriterebbero di essere ulteriormente indagate. Ed anche le relazioni con i turisti e con i media, più generosamente valutate dagli intervistati, sono risultate lontane dai valori di eccellenza che bisognerebbe registrare. Non che non ce lo aspettassimo. Chi opera nel settore turistico riscontra spesso certe difficoltà relazionali che creano ostacoli, frenano i progetti e rallentano il raggiungimento degli obiettivi di crescita. Non a caso la capacità gestire le relazioni è stata valutata dal 67,8% degli intervistati come ‘molto’ importante e dal 28,9% come ‘abbastanza’ importante (dunque con una somma positiva di ben il 96,7%) per il funzionamento e il successo dei sistemi turistici.
Ma se il turismo percepisce la rilevanza delle relazioni, perché finora non ha saputo valorizzarle? Potrebbe sembrare banale ricordare che il turismo è fatto soprattutto di relazioni, ma non lo è affatto fare delle relazioni, e dell’abilità professionale di ‘governarle’, una vera e propria chiave di sviluppo.

Il settore turistico è, infatti, assai complesso. Più di altri soffre di frammentazioni politiche, legislative e di rappresentanza, vive di interconnessioni e interdipendenze tra i diversi territori e con altri settori produttivi, necessita di reti e partnership tra i vari attori per costruire prodotti turistici che, da somma di risorse e servizi scollegati tra loro, diventino sistemi integrati di offerta in grado di soddisfare le esigenze dei mercati e di regalare ai turisti esperienze davvero belle e memorabili. In questo contesto e dinanzi a uno scenario sempre più competitivo, la professionalità dei comunicatori relatori pubblici può contribuire in misura considerevole alla ‘governance’ dei sistemi turistici. Come? Valorizzando quella comunicazione relazionale che dovrebbe diventare competenza diffusa.
La comunicazione turistica, fino ad oggi, si è preoccupata soprattutto di immagine e di promozione, le attività dei relatori pubblici si sono concentrate quasi esclusivamente sull’ufficio stampa e sull’organizzazione di eventi. Ma c’è bisogno di molto di più.

Nell’indagine della FERPI sono state rilevate diverse aspettative sulla professione dei comunicatori relatori pubblici. In una scala da 1 a 5, i compiti di ‘promuovere l’offerta turistica’ e di ‘ottenere una buona visibilità sui media’ hanno avuto una votazione media di 4,18, confermandosi ancora tra le maggiori aspettative di comunicazione degli operatori turistici. Ma il ‘migliorare la reputazione della destinazione turistica’ è stato indicato mediamente come il compito delle RP più importante (voto: 4,32), opinione assai interessante dato che la buona reputazione si ottiene, oltre che con la qualità dei propri prodotti e servizi, anche grazie ad una corretta relazione con i propri stakeholder e con un comportamento comunicativo positivo e coerente. Non a caso anche i compiti più squisitamente relazionali della comunicazione hanno ottenuto in media ottimi punteggi (‘favorire la cooperazione tra gli operatori’ – voto: 4,04; ‘dialogare con il mercato’ – voto: 3,96). Ed anche molte delle ulteriori richieste spontanee degli intervistati alla professione dei relatori pubblici si sono indirizzate su obiettivi che hanno a che fare con la comunicazione relazionale: ‘fare sistema’, ‘costruire alleanze’, ‘migliorare il coordinamento’, ‘stimolare una governance più efficace’, ad esempio.
Gli operatori turistici chiedono dunque alle RP la capacità di trasformare la relazione in un concreto asset di sviluppo e competitività. I relatori pubblici hanno grandi opportunità nel turismo italiano. A patto, però, che sappiano ampliare le loro competenze più strategiche e le loro azioni per il ‘governo delle relazioni’ con tutti gli stakeholder e per la gestione di sistemi di relazione sempre più complessi.
La FERPI intende essere più presente nel settore turistico, sensibilizzare i suoi attori sul valore delle Relazioni Pubbliche e offrirsi come terreno di confronto per tutti coloro che vorranno approfondirne le tematiche.

Molte altre iniziative seguiranno e contribuiranno a raggiungere questi obiettivi.

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