Territorio e prodotti tipici, un binomio che vuol dire cultura, tradizione, storia. Sono ingredienti che fanno di un luogo, destinazione di turismo “autentico ed emozionale”.
I “prodotti enogastronomici” sono espressione della cultura del territorio, depositari di tradizioni e mezzi attraverso i quali si tramandano usi e costumi di una comunità.
E’ evidente quindi che il prodotto agroalimentare in quanto tale è potenzialmente un elemento generatore di flussi turistici, perché si propone non solo come coltura in sé, ma anche come elemento di sintesi della cultura del territorio.
L’Italia, forte del patrimonio agroalimentare che la caratterizza – 4471 fra prodotti a marchio comunitario e prodotti tipici tradizionali (fonte: MIPAAF) – sta costruendo una valida offerta di turismo rurale enogastronomico, soprattutto in riferimento a regioni quali la Sardegna, la Campania, la Sicilia e prima fra tutte la Toscana, venduta dal 66,4% dei tour operator europei (Fonte: Dati ISNART 2008).
L’enogastronomia pugliese, invece, più che rappresentare un prodotto autonomo si identifica con un marchio – ombrello che come condizione di qualità caratterizza tutti i soggiorni possibili in Puglia e tutti i suoi territori.
“Tipicamente Puglia – turismo rurale enogastronomico sostenibile” nasce invece dalla consapevolezza delle potenzialità turistiche del patrimonio agroalimentare pugliese e dal fortissimo legame che esso ha con il territorio di provenienza, con tutto ciò che ne consegue: cultura, natura ma soprattutto valorizzazione dei piccoli produttori rurali.
Finanziato con i fondi previsti dalla Legge 135/2001 (Riforma della Legislazione Nazionale del Turismo), il progetto è stato realizzato fra settembre 2009 e febbraio 2010.
Esso propone il lancio della “Puglia rurale” come nuovo prodotto turistico, ancora poco conosciuto fra gli “intermediari del viaggio”, attraverso la valorizzazione delle microimprese (aziende agricole con funzione ricettiva e di ristorazione) e i 266 prodotti agroalimentari pugliesi fra tradizionali e di qualità.
Alla base dell’idea progettuale è forte la convinzione che l’agricoltura oltre ad avere una funzione puramente produttiva, ha un valore culturale e quindi educativo, perché rappresenta fortemente il legame fra l’uomo e la sua terra, fra il prodotto e le tradizioni che attorno ad esso si sviluppano e che divengono tutt’uno con il territorio; da qui la centralità dell’individuo e della comunità a cui appartiene con il suo patrimonio materiale e immateriale costruito nella storia.
Il prodotto di punta del progetto è sicuramente la guida dei “Percorsi della tradizione per un turismo rurale sostenibile”. 10 percorsi di turismo rurale enogastronomico e 141 aziende fra ricettive, di ristorazione e di produzione che puntano soprattutto alla valorizzazione del territorio attraverso il prodotto ed il suo forte legame con esso.
Il progetto parte con uno studio finalizzato ad osservare la natura e le caratteristiche del patrimonio delle risorse e degli attrattori della Regione Puglia, con il preciso intento di verificare l’esistenza di filiere produttive in grado di esprimere potenzialità sistemiche di vocazione e di attrattività turistica.
Aspetti valorizzati e divulgati dal progetto sono stati, soprattutto, quelli legati alla cultura ed ai luoghi della ruralità attraverso la definizione simbolico – funzionale e l’individuazione degli “Agrimusei” come luoghi vivi, eppure fermi nel tempo, in cui il viaggiatore potrà assistere alla produzione dell’olio, visitare un piccolo museo e scoprire la sagacia contadina legata agli antichi attrezzi, assaggiare e comprendere le peculiarità di un prodotto gastronomico o cimentarsi in un laboratorio dell’arte bianca.
I 10 itinerari toccano, inoltre, territori evidentemente non contemplati se non in minime percentuali dal turismo organizzato, ma che, se messi a sistema, valorizzerebbero ulteriormente il tipico e il rurale, contribuendo in modo non indifferente alla destagionalizzazione dei flussi turistici in Puglia.
Di seguito, si procede all’individuazione dell’asse portante del progetto, il coinvolgimento delle comunità locali attraverso le piccole imprese rurali.
In particolare sono state contattate le aziende quali le Masserie Didattiche e le strutture che già lavorano sulla tutela della tradizione rurale e sul prodotti di qualità (es. Presidi Slow Food).
L’ultima fase è consistita nella promozione in tre paesi esteri che, per flussi turistici crescenti, diretti verso il territorio pugliese – Regno Unito e Germania – piuttosto che per ragioni di forte legame culturale e commerciale – Russia – divengono “bersaglio” della campagna di pubblicizzazione dei 10 percorsi dei sapori.
Attraverso un educational tour in Puglia i tour operator coinvolti, hanno visitato alcune delle aziende già segnalate dalla guida: un vero e proprio spazio di incontro fra buyers e stakeholders del turismo rurale pugliese con momenti ufficiali ed altri più informali con l’intento di proporre un nuovo stile di fare turismo. Uno stile del viaggiare, che vada al di là del turismo enogastronomico che già in Italia rappresenta una categoria a sé stante.
Il valore aggiunto è rappresentato dal sostantivo “rurale” che rende il cibo un ingrediente importante, ma non certo l’unico di un nuovo modo di viaggiare. L’alimento, infatti diviene un veicolo di conoscenza che, lentamente, educa il turista a scoprire il territorio con uno stile sostenibile: percorrendo sentieri poco battuti fuori dai “soliti binari”.
Il follow up a conclusione conferma quanto già si sapeva e cioè che il turismo rurale è potenzialmente un attrattore turistico nella nostra Regione al pari di quello balneare.
Questa ulteriore conferma impone un lavoro di qualificazione e di organizzazione dell’offerta.
Gli itinerari di turismo rurale enogastronomico che includono la permanenza in strutture alternative agli hotel devono poter contare su un’ospitalità qualificata, ma soprattutto su un’offerta che abbia, alla base, la valorizzazione delle tipicità locali intendendo per essa la corretta presentazione della tradizione agricola e la sua unicità esaltata nel recupero delle più antiche ricette culinarie, ma anche attraverso attività che portino il turista a conoscere più a fondo le eccellenze culturali (materiali e immateriali) e paesaggistiche del territorio regionale.