Qui di seguito puoi scaricare la relazione introduttiva del convegno”Turismo e sostenibilità I parchi come prodotto”, organizzato da Federparchi in collaborazione con SL&A, svoltosi a Bari il 28 gennaio nell’ambito di Mediterre 2010
Prima di tutto la tutela, ma adesso… L’Italia spicca per varietà di paesaggi e di ecosistemi, per ricchezza floro-faunistica e diversità biologica. Ma nella fase della loro istituzione, parchi e aree protette dovettero imporre la propria esistenza. E non si può certo dire che sia stato un lavoro facile. Adesso si dà forse per assodata l’importanza ed il valore dei tesori naturali del nostro Paese, e la consapevolezza che è necessario e doveroso salvare e preservare questo inestimabile e delicatissimo patrimonio naturalistico.
Ora i Parchi e le Riserve ci sono, e sono il centro di molte aspettative ed attenzioni, e sono titolati a proporsi come modello di sviluppo per l’intero territorio. E’ un’esigenza di prospettiva economica e sociale, oltre che di senso. Oggi che il turismo sostenibile è obiettivo dell’intera Unione Europea, i Parchi, che ne sono i precursori, rappresentano una fonte di opportunità per l’iniziativa imprenditoriale, per l’occupazione, e per i flussi turistici.
Una domanda locale. Domanda e offerta di turismo rispettoso dell’ambiente hanno avuto negli ultimi anni un forte sviluppo, determinato anche dalla diffusione di una coscienza ambientalista e dall’intensificarsi delle azioni intraprese da molti organismi internazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica. Le tematiche ambientaliste si sono quindi sempre più riflesse sui consumi turistici con una maggiore attenzione verso forme di turismo e di accoglienza sostenibili, a basso impatto sulla natura, sulle popolazioni ed i sistemi locali. Sempre più i potenziali turisti nel scegliere le località dove trascorrere le proprie vacanze preferiscono quelle con garanzie ambientali. Oggi tra i visitatori dei parchi prevale largamente la dimensione locale, l’isocrona di 1 ora di distanza dal luogo di residenza. E’ una dimensione di grande importanza, che rinsalda i legami con il territorio, ma che risulta sempre meno sufficiente a dare corpo alle legittime aspettative dell’offerta locale.
La prossimità di medio raggio: una realtà da cogliere. Se si analizzano le propensioni e le motivazioni dei vacanzieri italiani la componente paesaggio-natura-ambiente è fortemente presente, spesso maggioritaria. Dai dati Eurobarometro 2009 il 46% degli Italiani considera l’ambiente un fattore determinante nella scelta della vacanza. Nel frattempo sono esplose le microvacanze, di breve durata, ma moltiplicate nel corso dell’anno: un fenomeno ormai imponente, un vero e proprio “nuovo corso” che ha componenti valoriali (minore impatto), identitarie (i propri luoghi), logistiche (tempo di spostamento rispetto alla durata totale della vacanza), e non solo economiche. Un fenomeno, questo, che pur essendo enorme nella sua dimensione quantitativa, non sembra ancora aver portato grandi vantaggi ai Parchi, perché richiede un preciso orientamento, la costruzione di prodotti specifici, un’offerta integrata e competitiva.
La domanda estera ventura. L’immagine turistica dell’Italia sui mercati stranieri è legata, anche al patrimonio naturalistico e paesaggistico, ma fatte le debite eccezioni, allo stato attuale, i Parchi italiani non sono un ancora attrattore turistico di livello internazionale. Questa situazione ha molti motivi, tra cui soprattutto l’ancora insufficiente creazione di prodotti: prodotti acquistabili individualmente, pacchetti veri e propri, ed, in ogni caso, di una professionalità specifica di chi fa offerta sul territorio: c’e quindi un grande spazio per mettere a frutto le opportunità.
Mettere in campo tutte le risorse interne. Si tratta allora di riconsiderare tutte le risorse che non sono solo di ambiente conservato, per quanto questa ne sia ovviamente la cifra distintiva: un insieme di qualità cui la conservazione ha consentito di mantenersi e di aprirsi, insieme alle regole per la fruizione responsabile, ma sono anche risorse di natura fruibile e vivibile, di prati calpestabili a condizione di farlo nel modo giusto, nelle quantità giuste, nel momento giusto. Luoghi dove praticare attività e prendersi cura del proprio spirito e del proprio corpo, ritrovando equilibri ormai quasi scomparsi altrove. Immense palestre a cielo aperto, in grado di assecondare quella voglia-bisogno di benessere che ormai pervade le società avanzate, fino a diventare stile di vita. Ma anche, ovviamente, un serbatoio straordinario di biodiversità, che si esprime anche con materie prime e culture eccellenti di gastronomia, con prodotti sani e unici, da consumare, asportare, ricomprare una volta tornati a casa, con culture materiali quotidiane, e tradizioni vive, manifestazioni, eventi.
Dall’interno all’intorno: un sistema territoriale di pregio. Quindi ha un grande senso allargare il raggio di offerta, incapsulando e difendendo le aree a riserva integrale, ma insieme proponendone la conoscenza non invasiva. Lo sforzo dei Parchi può oggi andare legittimamente nella direzione di promuovere modi diversi di offrire turismo e di vivere la vacanza nell’ambiente naturale e allo stesso tempo incoraggiare pratiche turistiche sostenibili, rispettose delle necessità ambientali e di quelle dei residenti, attente alle spinte dell’economia locale e dei visitatori.
Il Parco come sistema turistico locale. I nostri Parchi sono in Italia, e cioè in un Paese che ha concentrato i poteri turistici sul livello regionale, ma non è riuscito a dare una riposta efficace al livello locale, del territorio, delle destinazioni turistiche. Per passare dalla tutela alla valorizzazione del prodotto turistico del Parchi si tratta quindi di far diventare i Parchi destination manager del proprio territorio e quindi anche del proprio destino economico. Equiparandoli se del caso, calzandoli quando serve, sui sistemi turistici locali altrimenti senza prospettive.
Il Parco come pro-motore del turismo internazionale. Sul mercato internazionale sono in crisi i grandi tour operator, i voli charter, le destinazioni stereotipe, i non-luoghi, mentre cresce la tendenza verso la qualità, il desiderio di non sentirsi massa, il voler tornare viaggiatori. Il Parco ha tutte le carte per proporsi come un luogo vero, e nel Mondo c’è una grande attenzione per chi ha quello che abbiamo noi. I primi segnali già ci sono, e premiano tra i Parchi quelli più innovativi e bravi nel gestire le proprie risorse. Ma bisogna saperlo proporre bene, senza sproporzioni né eccessi: ci vuole la professionalità dei Tour Operator, e il giusto tempo.
Marca dei parchi, prodotti nei parchi. A livello internazionale, i nostri Parchi stanno diventando famosi non tanto per quello che contengono o che vietano, quanto per quello che in essi si può fare: dal trekking allo snorkeling, e così via. Ma quello che si può fare si deve anche poter comprare, deve essere reperibile sul mercato, deve cioè diventare “Prodotto”, che per noi vuol dire un bene economico che rispetta delle regole, mantiene delle proporzioni, propone e fa adottare una cultura di consumo. Prodotto è la sintesi del Parco che da vincolo diventa opportunità per il territorio.