La cognizione del piacere di Paul Bloomorte

“Quando siamo al supermercato e optiamo per il latte bio piuttosto che per il gusto piccante della cucina multietnica, più ancora di quel cibo amiamo l’idea che esso porta con sé e in qualche modo vogliamo fare nostra.”

E per i viaggi e le vacanze il meccanismo sarà lo stesso? E per te?
“Che si tratti di un quadro o di un tramonto, spesso il piacere non dipende da cosa ci dicono i sensi quanto dall’idea che ci siamo fatti della fonte di quel piacere”.
Massarenti dalle pagine del Sole 24ore della Domenica, ci spiega l’importanza dell’essenza: “perché ci piace il sesso, perché amiamo cibi aspri o piccanti, o vedere film, leggere libri che ci fanno stare male, perché ci fermiamo a vedere incidenti cruenti. Senza dimenticare l’amore, l’amicizia, la conoscenza, la musica… “e aggiungerei io il viaggio.

“Quando siamo al supermercato e optiamo per il latte bio piuttosto che per il gusto piccante della cucina multietnica, più ancora di quel cibo amiamo l’idea che esso porta con sé e in qualche modo vogliamo fare nostra. E questo spiega perchè una copia perfetta di Rembrandt non soddisfa un collezionista, perché semplicemente non si può sostituire l’orsacchiotto del vostro bambino con uno uguale. Non si ama una cosa, una persona perchè ha un certo aspetto ma perché è proprio quella persona, quella cosa, unica e insostituibile. La sensazione di toccare con mano l’essenza, di farla nostra in maniera profonda, evitando tutto ciò che non è autentico, è la fonte da cui scaturiscono i nostri più intensi piaceri.”
Questi pensieri che sono a commento di un libro sulla cognizione del piacere si legano e si intrecciano con tutto ciò che accade quando si sceglie una vacanza, quando si fa un viaggio, quando si sceglie “il ricordo” da portare a casa.

L’essenza del piacere legato ai viaggi si estrinseca soprattutto nella fase di scelta, quando le motivazioni che ci fanno scegliere un luogo piuttosto che un altro si appellano all’idea che noi ne abbiamo: noi persone intendo, non come target, non come gruppo, non come mercato da conquistare.
È per questi complessi motivi che risulta difficile comunicare e promuovere i luoghi del turismo. Facile è promuoverne le fotografie, difficile evocarne le emozioni. Facile è apprezzare il racconto di un amico, difficile credere ad un articolo. Facile è parlarne con il “tuo gruppo”, difficile ascoltare chi non la pensa come te (in generale e non solo sui viaggi). Facile è quando il viaggio soddisfa il sogno, ma quanti sono i sogni!!

Tratto da Il Sole 24 Ore, 17 ottobre 2010

Iscriviti alla newsletter