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Marco Franceschini Servizio Turismo Provincia di Trento, si occupa dell’Osservatorio Provinciale per il turismo

Giovanni Lamonica scrive per Motociclismo, giornalista di riviste di settore, fotoreporter

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

Marco Franceschini: La passione e gli studi universitari e post universitari poi, mi hanno spinto a cercare un ambito lavorativo che vedesse la valorizzazione del mio approccio di marketing, nonché ovviamente, della mia innata passione per tutto ciò che è “scegliere”, esprimere attraverso la scelta di comportamento e di consumo (anche!) la mia personalità

Giovanni Lamonica: Passione per i viaggi, poi il caso, anche la fortuna ha fatto il resto!!

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turismo è una gran fortuna?

Marco Franceschini: Sono d’accordo con l’affermazione soltanto per quanto riguarda alcuni ruoli “alti”. Per il resto no, la qualità di vita, soprattutto di chi lavora a livello basso, è davvero scarsa. Uno è fare ricerche di mercato come funzionario del Servizio turismo, altro è fare il cameriere con discontinuità stagionali, assenza di riposo, scarso appagamento cultural-intellettuale. Ed i direttori d’albergo, tanto per fare un esempio più “manageriale”, non è che poi se la passino molto meglio, su molti di questi aspetti.

Giovanni Lamonica: Non so se la mia possa essere considerata un’attività correlata al turismo. Diciamo che faccio turismo per me stesso, viaggio, probabilmente potrei farlo meglio, ma sinceramente non credo saprei fare altro. Poi propongo le mie esperienze agli altri sperando di presentare progetti interessanti.

Quando ti vengo le idee migliori per il tuo lavoro?

Marco Franceschini: Sempre, in ogni momento, ma soprattutto studiando e parlando, magari su materie ed argomenti “altri”, per analogia, pensiero laterale

Giovanni Lamonica: Davanti a un bicchiere di vino, parlando con le persone, da libri, giornali, blog ,ecc, che parlano di tutt’altro

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

Marco Franceschini: Di non prepararsi fin da subito in modo specifico, ma di arrivarsi soltanto “dopo”, accumulando prima esperienze d’altro tipo. Per imparare materia turistica, poi, c’è sempre tempo. Prima, meglio un buon liceo ed una buona università non mirata. Chi mira troppo sa tutto sul… nulla, come gli americani.

Giovanni Lamonica: So con assoluta certezza di non essere il tipo in grado di dare consigli, io faccio le cose che mi piacciono con una passione a volte feroce e non conosco altre vie, a prescindere dai risultati.

Qual è l’ultimo libro che hai letto

Marco Franceschini: “Scritti corsari” di Pierpaolo Pasolini, in parallelo con “Comunicazione d’impresa” di Tino Ferrari. Mai leggere un solo libro, sempre più di due o tre, contemporaneamente! Il terzo è un giallo di Carlo Lucarelli…

Giovanni Lamonica: Più di uno, mi lancio quasi sempre in letture multiple. In genere vorrei leggere molto più di quanto non faccio abitualmente. Ora sto leggendo “Rhapsody in black” di Giorgio Bettinelli, una guida dell’Iran, “La forma dell’acqua” di Andrea Camilleri ed “Io non ho paura” di Ammaniti.

La tua ultima microvacanza?

Marco Franceschini: Con amici motociclisti, tre giorni in val di Fassa, in settembre. Lontana, troppo…!

Giovanni Lamonica: 4 giorni in Croazia, fra Istria e le isole di Kerk e Lussini, in moto, con amici di Rovigo, Trieste e Pescara. Ma perché parliamo sempre al passato? Giugno Scozia, agosto Alaska, qualche cosina in Italia e dicembre in Nuova Zelanda. E poi ad aprile… Non vale, questo è lavoro? E chi lo dice?

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

Marco Franceschini: Tutto può migliorare il mondo, anche lavorare nel turismo, anche far turismo, ma tutto lo può peggiorare… Sta in noi, oltre che negli altri. Il mondo d’oggi, comunque, è votato al bracconaggio, alla distruzione, nei pochi anni a disposizione l’individuo, con superficialità imperdonabile, cerca di razziare. Dovrebbe invece rallentare, immergersi nelle “liquida modernità”, bagnarsi, nuotare, relazionarsi. Ma non lo fanno che pochi… e la televisione e chi la domina sono tra i massimi colpevoli. Imperdonabili.

Giovanni Lamonica: Domanda difficile: parliamo di ambiente, di società, di interrelazione fra i popoli? Forse è possibile fare qualcosa e tutti, indistintamente, nel nostro piccolo microcosmo, a prescindere dalle nostre attività specifiche, dobbiamo contribuire a questo miglioramento, anche se, soprattutto in questi tempi le scelte politiche e globali dovrebbero essere trainanti per un miglioramento. Inoltre parlando di turismo, ritengo che la politica (un male necessario), invece di rincorrere modelli sociali ed industriali spesso a noi lontani, dovrebbe tentare di valorizzare uno splendido paese, il nostro tanto per esser chiari, creando opportunità ed approfittando di risorse uniche e difficilmente imitabili: siamo fortunati depositari dell’80% del patrimonio artistico mondiale e di bellezze naturali davvero straordinarie ed uniche. Ma questo è un sogno!