Il viaggio breve è una specialità insidiosa: si rischiano molti errori in poco tempo. Compresso in un fine settimana, o agganciato a una trasferta di lavoro, si porta appresso ansia e sensi di colpa. Perché non accada, una buona guida è importante — ecco il senso dell’iniziativa del Corriere — ma è bene aggiungere alcuni accorgimenti…
1 Curiosità!
Non esistono posti noiosi
Esistono solo posti più o meno adatti allo nostro umore in un certo momento (e l’umore dipende da tante cose: stanchezza, compagnia, sole o pioggia, preparazione e alimentazione, abbigliamento e atteggiamento). È ovvio: esistono città clamorosamente belle e città da scoprire. Nessuno può negare che Mantova — un gioiello architettonico, naturale, civico, culturale e culinario — sia più attraente della mia Crema, per un turista. Ma anche Crema ha molto fascino (e offre tortelli migliori, che non guasta).
2 Elasticità!
Occhi e orecchi aperti, naso attento, stomaco democratico
Il turista è masochista, lo sappiamo. Ma se esagera, e poi mette il muso, è uno sciocco. Per capire un posto occorre ascoltare (soprattutto i residenti), guardare (quello che succede e quello che non succede), annusare (il «rinonauta» sa che gli odori sono esplicativi ed evocativi). Stomaco: tra incoscienza alimentare e digiuno esiste una via di mezzo. Se il vostro viaggio breve consiste in quattro pasti lunghi, avete un problema.
3 Serendipity!
Organizzare, ma non troppo
I viaggi vanno preparati: leggete, girate in rete, programmate. Evitate però di pianificare tutto, riempiendo ogni momento della giornata. Siete turisti, non uomini d’affari. Se non lasciate spazio alle coincidenze e alle sorprese, queste se ne guarderanno bene dal farvi visita. Serendipity: trovare quello che non si cerca. Fatene il vostro motto.
4 Pazienza!
Non esiste un viaggio senza un inconveniente
Non c’è dubbio che i viaggi siano soggetti a contrattempi. Tutto dipende dall’atteggiamento con cui si affrontano. Motivi per lamentarsi si trovano sempre. Le persone intelligenti affrontano le piccole difficoltà con leggerezza. Così, se arrivano le difficoltà vere, hanno riserve fisiche e nervose per superarle.
5 Diffidenza!
Se leggete/ sentite Vip, Elite, Exclusive!, alla larga
Nel turismo, come nella vita, c’è di tutto: anche parecchio cinismo (da una parte) e molta ingenuità (dall’altra). L’esclusività di massa è una contraddizione in termini, ma è il sogno di chi vende. Permette di fare pagare molto a tanti. Alcuni operatori pensano che basti usare parole come Zona Vip o Exclusive Resort per acchiappare il pollo. E purtroppo, spesso, riescono nell’impresa.
6 Calma!
Qualche pausa, molto sonno
Il senso del dovere è una maledizione, per alcuni viaggiatori. In uno dei miei libri, il Manuale dell’Imperfetto Viaggiatore, racconto dei «forzati del museo»: finché non hanno esaurito tutte le sale, non escono. Le tipologie — scusate: le patologie — sono molte e insidiose. Concedetevi pause e momenti tranquilli. Restare seduti in un caffé guardando la vita che passa è il modo migliore per assorbire e capire una città.
7 Apertura!
Cercare posti nuovi, godersi i posti vecchi
Scoprire un posto nuovo è eccitante. Ma anche tornare è un’arte. Rivedere i posti ha un fascino speciale. Ricordi e confronti aiutano la mente e scaldano il cuore. C’è chi, arrivato a una certa età, fa solo questo: non vuole vedere, preferisce rivedere. L’arte del ritorno, in effetti, richiede abilità e assiduità. L’importante è non esagerare.
8 Egoismo!
Segui i tuoi interessi
Mi piacciono le città, i treni, l’aria del nord, la gente del sud, il profumo d’estate, i porti e i fiumi. Mi piacciono meno i villaggi turistici, i viaggi culturali, i musei e i parchi a tema (c’è già l’Italia, basta e avanza). Siate altrettanti drastici, non lasciatevi sviare e tentare: ve ne pentireste.
9 Preparazione!
La regola d’oro del bagaglio: poco, ma buono
L’ansia-da-valigia è un sintomo. Vuol dire: non avete idea di ciò che state facendo. Un consiglio: portate poco, per un fine settimana basta una borsa (parlo di maschi: i bagagli femminili sfuggono alla mia competenza, e talvolta alla mia comprensione). «Chi vuol viaggiare felice deve viaggiare leggero», raccomandava Saint-Exupéry. Aveva ragione. Ma al Piccolo Principe probabilmente la valigia la faceva qualcun altro.
10 Tolleranza!
Ogni viaggio è uno spettacolo.
A pensarci bene, anche ogni viaggiatore La misantropia non s’addice al viaggiatore. Se non amate la gente, state a casa vostra (dove litigherete col portinaio e i vicini). Il viaggio è il momento in cui la commedia umana tocca altezze sublimi. Godetevela, e applaudite silenziosamente. Tornerete migliori.
Articolo scritto da Beppe Severgnini
Corriere della Sera, 3 aprile 2009