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Uno dei lasciti della pandemia sembra essere proprio la carenza di figure per far fronte alla ripresa dei viaggi. E dopo aver investito in particolar modo gli aeroporti e le strutture ricettive di Europa e Stati Uniti, il problema comincia ora a interessare anche il Giappone. Dopo la recente riapertura al turismo internazionale, il Paese si è trovato a far fronte a una forte ondata di arrivi, spinta anche dalla stagione della fioritura dei ciliegi. Ma i due anni di stop dei flussi hanno fatto sì che scali e strutture turistiche lasciassero a casa i dipendenti, e molti hanno ripiegato su altri settori. Ora, con la ripresa degli arrivi, la macchina turistica fatica a rimettersi in moto a pieni giri. Secondo i dati elaborati dalla Teikoku Databank a gennaio 2023 il 78% dei titolari di albergo ha dichiarato di aver sofferto una grave carenza di personale da impiegare full time, l’81% a part time. Si fatica, in particolar modo, a trovare profili “skillati”, non solo negli hotel, come racconta Karen Zhou di Intrepid Travel: “è una vera sfida trovare guide turistiche con esperienza e che sappiano parlare in inglese”. Niente altro?