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Neanche fossimo tutti reduci da assaggi ripetuti, c’è come un florilegio di entusiasmi intorno alle previsioni sul turismo per le ormai prossime vacanze pasquali. Nel proporne di seguito una rapida sintesi, ci permettiamo anzi tutto di segnalare che forse qualcuno ha ecceduto. Secondo Mabrian, infatti la carenza di personale starebbe contribuendo all’aumento delle tariffe alberghiere in Europa. Questo scaturirebbe dall’analisi dei prezzi pubblicati nel febbraio 2023 per un soggiorno tra il 10 e il 17 aprile, che segnalerebbe un aumento di portata significativamente superiore al tasso di inflazione annuale. I picchi maggiori si registrano a Barcellona, Bruxelles e Roma: qui gli aumenti delle tariffe oscillano tra il 30 e il 33%. Una tendenza che non avrebbe radici solo nell’inflazione, ma in un aumento dei costi legati alla forza lavoro. Gli imprenditori starebbero rivedendo, infatti, al rialzo i salari per avvicinare nuove risorse. Inoltre, l’aumento dei costi operativi del personale, dovuto alla mancanza di manodopera e al necessario miglioramento delle condizioni, il tutto unito a una forte domanda di trasferte in questo periodo. Un economista direbbe: inflazione da domanda (come se la Pasqua fosse un periodo di bassa stagione), che si somma ad una inflazione da costi (a partire dall’energia) . Ma il capro espiatorio, guarda caso, è il lavoro.