La procura di Milano ha indagato le cooperative che forniscono lavoratori ai teatri, per stipendi al di sotto della soglia di povertà, con retribuzione netta di poco meno di 5 euro a quasi 6 euro e 50. Nel provvedimento viene accusato di caporalato il presidente di Fema in quanto avrebbe reclutato, fino al luglio dell’anno scorso, “manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento e approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori“. La cooperativa, che ha come committenti i più importanti enti culturali a livello internazionale, non è l’unica ad essere finita nel mirino della magistratura. Come facciamo a produrre bellezza ed eccellenza a queste condizioni?
